Mulieres Garganiche: il recupero della tradizione al femminile garganica

Fenomeno Mulieres: il gruppo musicale folk formato da sole donne che sta facendo impazzire il web

Il gruppo, nato del 2013 e composto da sole donne appassionate di musica popolare, si dedica allo studio e al recupero della musica tradizionale Garganica, con l’intento di condividerla e farla conoscere ad un pubblico quanto più vasto possibile.

Le Mulieres provengono da esperienze assai diverse, ed è proprio il loro background a donare carattere alle melodie che portano sul palco. La città di San Giovanni Rotondo (Foggia), per alcune di loro, è stata culla e luogo di crescita fondamentale per il proprio bagaglio culturale, incrementato, negli anni, dal costume di una terra straordinaria, dove è ancora possibile avvertire l’anima vera della tradizione garganica. La contaminazione con la musica popolare abruzzese, apportata dalla regina dell’organetto, Paola di Lorenzo, ha contribuito a donare carattere, identità e valore alle performance musicali del gruppo e ad ampliare un già consistente repertorio preesistente. 

La determinazione, il carisma e le competenze musicali hanno permesso di rendere noto il nome delle Mulieres oltre i confini regionali e nazionali.  L’orgoglio della musica e della rappresentanza femminile popolare garganica, vanta oggi, su Facebook, più di 20.000 followers.

La fondatrice del gruppo: Valentina Latiano, laureata in Giurisprudenza, artista poliedrica e personaggio di rilevo nel panorama culturale tradizionale, è iscritta all’Albo dei suonatori di chitarra battente e durante le sue performance maneggia con estrema semplicità ben sette strumenti, lasciando sbalorditi gli spettatori. Oltre la chitarra battente, infatti, la leader delle Mulieres suona tamburello, chitarra francese, organetto, armonica, flauto tradizionale e zampogna.

La particolarità del gruppo sta nell’interpretazione delle canzoni, che avviene con una grande sensibilità e attenzione ai dettagli, cercando di rispettare la tradizione ma anche di dare un’ impronta personale ed identitaria ad ogni pezzo. Le rappresentazioni canore sono infatti spesso arricchite dallo spiccato spirito umoristico di una delle componenti del gruppo, Renata Marcucci, colei che dona anche ritmo alle tarantelle, a suon di castagnole.

La musica delle Mulieres ha origine dal basso, è un progetto che nasce dalla gente e per la gente, lontano dalle pretese sterili e i tempi veloci scanditi dai ritmi moderni.

Una costante ricerca che avviene fra i vicoli del paese, dove queste eccezionali musiciste provano a ridare voce a quelle donne, che in passato, non hanno avuto la possibilità di esprimere a pieno la propria personalità. Le Mulieres portano sul palco storie di guerra, denuncia, amore, morte, tradimenti, dolore e spensieratezza e lo fanno con una determinazione e professionalità tali da incantare quanti le incontrino per le strade delle loro città, dove spesso sono solite suonare passeggiando

Le loro melodie catturano gente di tutte le età, comprese le nuove generazioni, sempre più affascinate dalla musica popolare, come la componente più giovane del gruppo: Carmela Carriera che suona, canta e balla sui fraseggi melodici e ritmici della tarantella Garganica, che da sempre ottiene un grande applauso da parte del pubblico.

Ciò che rende speciale questo progetto è il ruolo della donna nella musica popolare, che si pone come simbolo di una tradizione che altrimenti andrebbe perduta.

Una tradizione recuperata da uno dei più importanti festival della musica popolare al mondo, la Notte della Taranta, che quest’anno intende porre in primo piano la denuncia della condizione della donna salentina nelle canzoni al femminile dell’epoca.

Un grande smacco ad una delle più importanti rappresentazioni della musica popolare garganica: il Carpino in Folk. Il noto festival, all’interno del suo programma estivo, ha optato per l’esclusione del ruolo della donna garganica e non ha ritenuto necessario invitare una rappresentanza femminile del folk locale.

Mentre il Salento dedica il festival alle donne, nel Carpino in folk non c’è praticamente traccia di queste.

Alessandra Ercolino

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