
Negli ultimi anni si è assistito a un fenomeno allarmante e in continua crescita: l’abuso di psicofarmaci tra gli adolescenti. Una pratica che spesso si svolge lontano dagli occhi degli adulti, talvolta perfino ignari dei rischi reali legati all’uso improprio di medicinali nati per curare patologie psichiatriche ma che, in questo contesto, diventano strumenti di evasione, trasgressione o automedicazione. Ancor più preoccupante è il fatto che questi farmaci vengano spesso assunti insieme ad alcol o droghe, moltiplicando i rischi per la salute fisica e mentale.
Perché gli adolescenti si avvicinano agli psicofarmaci?
Le cause sono molteplici e complesse. In primo luogo, c’è una crescente pressione sociale e scolastica, unita a un senso di insicurezza personale e difficoltà emotive che molti ragazzi non riescono ad affrontare con gli strumenti adeguati. Ansia, insonnia, stress, depressione e crisi identitarie sono all’ordine del giorno nella vita di molti adolescenti, che spesso si sentono soli o inascoltati.
In questo contesto, gli psicofarmaci – in particolare ansiolitici, antidepressivi, antipsicotici e stimolanti – possono sembrare una soluzione facile e accessibile. Alcuni li assumono per dormire, altri per “sentirsi meglio”, altri ancora per disinibirsi durante le uscite serali. In alcuni ambienti sociali, questi farmaci sono diventati parte integrante del divertimento, mescolati ad alcol e droghe leggere per amplificare gli effetti o modificare lo stato di coscienza.
A peggiorare la situazione, contribuisce anche la facilità con cui questi farmaci possono essere reperiti: a volte vengono sottratti dalle farmacie domestiche, altre volte ottenuti tramite coetanei o persino acquistati illegalmente online.
I pericoli dell’abuso e dei mix pericolosi
L’uso improprio di psicofarmaci è estremamente rischioso, soprattutto durante l’adolescenza, una fase delicata dello sviluppo neurologico. L’assunzione cronica o ad alte dosi può portare a dipendenza, alterazioni del comportamento, danni cognitivi e, in alcuni casi, a gravi conseguenze fisiche, come convulsioni, arresto respiratorio, danni epatici e morte.
Il rischio aumenta esponenzialmente quando questi farmaci vengono combinati con alcol o altre droghe. L’interazione tra principi attivi può provocare effetti imprevedibili e pericolosi: sedazione eccessiva, perdita di coscienza, rallentamento cardiaco, stati psicotici, black-out di memoria e overdose. Alcuni farmaci, come le benzodiazepine, quando assunti con alcol possono avere un effetto depressivo sul sistema nervoso centrale così forte da diventare letali.
Non bisogna poi dimenticare le conseguenze a lungo termine: l’abuso di psicofarmaci può compromettere seriamente lo sviluppo della personalità, la capacità di affrontare le emozioni e di costruire relazioni sane, oltre a causare disturbi mentali permanenti.
Un’urgenza educativa e sociale
Il contrasto all’abuso di psicofarmaci tra gli adolescenti non può limitarsi alla repressione o alla semplice demonizzazione. Serve un approccio educativo profondo, che coinvolga scuole, famiglie, servizi sanitari e istituzioni. È fondamentale offrire ai ragazzi spazi di ascolto, educazione emotiva, supporto psicologico e modelli alternativi di gestione dello stress e delle difficoltà.
Parlare apertamente di questi temi, informare sui reali rischi, e creare un clima di fiducia e dialogo può fare la differenza. La salute mentale degli adolescenti è una responsabilità collettiva: proteggerla significa prevenire un futuro fatto di sofferenza, solitudine e dipendenza.