“La casa del sonno” di Jonathan Coe

“Mi sentivo più felice quando dormivo che da sveglio. Facevo sogni bellissimi”.

Titolo: “La casa del sonno”
Autore: J. Coe
Voto: 7/10
Scrittura: Lineare e realistica
Pagine: 320

In breve:

Romanzo molto gradevole, sviluppato lungo una linea narrativa che vede alternarsi le vicende di alcuni studenti universitari di Ashdown – Sarah, Robert, Veronica, Terry e Gregory – nel 1983/84 e quelle riguardanti l’interno di una clinica privata per la cura della narcolessia, sita nella medesima cittadina, nel 1996.

Proprio il devastante impatto che riesce a manifestare il sonno (o la sua assenza) sulle vicende dei protagonisti, articolato in un climax ascendente di tensione volta a svelare progressivamente i misteriosi segreti custoditi da ciascuno di loro, rappresenta il suggestivo denominatore comune che sottende l’intera opera.

L’evoluzione del rapporto sentimentale che lega Robert e Sarah, in particolare, lascia senza fiato, con un epilogo tanto imprevedibile quanto struggente; l’autore probabilmente scivola sull’evoluzione del personaggio di Gregory, a mio giudizio un po’ troppo stereotipato e in certi frangenti ridicolizzato in maniera eccessiva, quasi fuori luogo.

In definitiva, si tratta di un componimento narrativo senza dubbio interessante e scorrevole, a tratti volutamente onirico (ma guarda un po’).
Degna di nota anche l’attenzione che Coe dedica alle delicate tematiche LGBT, ancor prima che omosessuali, soprattutto in considerazione del fatto che “La casa del sonno” sia stata scritta quando simili argomenti erano poco meno che tabù, nel (nemmeno troppo) lontano 1997.

di @spritz_e_libri

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