“Eravamo come déi all’alba del mondo e la nostra felicità era così abbagliante che non potevamo vedere altro che noi”.
Titolo: “La canzone di Achille”
Autore: M. Miller
Voto: 6,5/10
Scrittura: Leggera, coinvolgente
Pagine: 382
In breve:
Un corposo romanzo di ambientazione classica che conduce nuovamente il lettore al cospetto delle celeberrime mura di Troia.
Apportando sostanziali modifiche al mito di Omero, la Miller rielabora buona parte delle vicende narrate nell’Iliade e riscrive la storia in prima persona dal punto di vista del giovanissimo Patroclo; il ragazzo riesce a fiorire in un articolato e tortuoso climax di crescita personale, lasciandosi alle spalle le soffocanti pressioni sociali tese a minare la sua indole pacifica e il travolgente sentimento che prova per il valoroso Achille.
Sebbene non abbia apprezzato il “paraculesco” atteggiamento della Miller nel voler rendere il guerriero Patroclo (come ho scherzosamente anticipato a qualcuno che mi chiedeva prime impressioni) una sorta di studente gay di medicina in erasmus a Troia, d’altro canto ho comunque recepito l’importanza che potrebbe rivestire la lettura di una storia simile per un giovane ragazzo omosessuale. La scrittura dell’autrice si rivela infatti estremamente coinvolgente quanto a descrittività emotiva; la Miller riesce a trasmettere con chiarezza cristallina le sensazioni di turbamento che il giovane si trova di volta in volta a provare dinanzi ad atteggiamenti di scherno o di riprovazione sociale e una simile sfumatura emotiva non può certamente passare inosservata (in senso positivo).
Ad ogni modo, trattandosi di uno tra i libri più letti e sponsorizzati dell’ultimo periodo, mi sarei di sicuro aspettato qualcosa di meno banale, quantomeno a livello contenutistico.
di @spritz_e_libri
https://www.instagram.com/spritz_e_libri/
Fonte immagine: https://www.lafeltrinelli.it/