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Mi diceva: “Ti prego mamma, non lasciarmi mai, non puoi andartene prima di me”. Mi ha accompagnato per un anno e…

“Tutte le mattine ci svegliavamo e facevamo colazione insieme.
Lei amava i datteri , le mandorle e lo yougurt agli agrumi.
Sedute sul divano, mi leggeva le frasi che aveva scritto , magari durante la notte.
Mi chiedeva cosa ne pensassi .
Erano tutti capitoli bellissimi, anche quelli più difficili.
Si, parlavamo sempre della sua morte, di come sarebbe stato dopo.
Ha sorriso fino alla fine, fino all’ultimo giorno. Ha sempre ringraziato Dio. Diceva: “Se questo è il mio destino, lo accetto. Se ho ancora qualcosa da fare, mi lascerà qui.”
Non si è mai lamentata .
Mi diceva: “Ti prego mamma, non lasciarmi mai, non puoi andartene prima di me”. Mi ha accompagnato per un anno e mezzo e quando l’ultimo giorno l’ho vista cambiare, l’ho vista impallidire, l’ho vista più soporosa, ho capito che la mia bambina se ne voleva andare. Le ho sussurrato: “Tesoro, vola, la tua mamma adesso è serena”. E lei se ne è andata. Ma è qui, sempre qui.
Attraverso la malattia ha capito che bisognava accettare il proprio destino, ma anche combattere, affidarsi ai medici e alle mani di Dio.
Mia figlia mi ha insegnato a vivere “

Il ricordo della madre di Nadia Toffa

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