In una città dell’Italia centrale, negli ultimi giorni della guerra, una giovane insegnante, un tempo segretaria del Fascio, venne accusata di aver fornito armi e ordigni ai fascisti, contribuendo a un’esplosione che causò la morte di soldati e civili. Arrestata senza processo, fu portata davanti a un plotone d’esecuzione per essere giustiziata.
Con la sentenza ormai imminente, la sua esecuzione venne temporaneamente sospesa, poiché una lunga colonna di veicoli militari e truppe in transito doveva passare. L’insegnante, paralizzata dalla paura, stringeva convulsamente tra le mani una piccola fotografia di Padre Pio, invocandolo con tutta la forza della sua fede.
Mentre la tensione cresceva, un uomo misterioso si avvicinò a lei. “Cosa hanno deciso di fare con voi?”, le chiese con calma.
“Non lo so, non so più nulla… sono andati via tutti”, rispose tremante, indicando l’ufficiale che sembrava quasi in stato di trance, immobile sopra un carro.
L’uomo allora le sorrise e disse: “Allora considerati libera. Vieni con me.” Senza ulteriori spiegazioni, la prese e la riaccompagnò a casa in macchina, lasciandola incredula di fronte a ciò che era appena accaduto.
Alcuni mesi dopo, ancora sconvolta e grata, l’insegnante si recò a San Giovanni Rotondo. Quando finalmente incontrò Padre Pio, gli si gettò ai piedi dicendo: “Padre, la mia vita non basterà per ringraziarvi!”
Con un sorriso paterno e un pizzico di umorismo, il Padre rispose: “Figlia mia, mi hai fatto correre tanto con la tua fede!”