“Come una fenice” di Giulia Anastasi
Giulia ha solo quindici anni quando il padre la obbliga a sposare un uomo potente, molto ricco e molto più grande di lei. Per Giulia, una ragazza piena di vita e di sogni, quello è l’inizio di un incubo. Sentendosi prigioniera nella bella villa costretta a condividere con il marito e i terribili genitori di lui, la donna viene trattata come un bel ninnolo da sfoggiare, spesso vittima di violenza sia fisica sia psicologica. Ma Giulia è forte, parte per un Paese lontano insieme al cugino missionario e lì lotterà per realizzare il suo sogno di adottare un bambino. Sarà l’amore di Nicola, figlio di una delle clienti del negozio dove lavora Giulia, a farle scoprire il vero amore e a farle capire che questo non prevede mai vessazioni o botte. Nonostante questo, la relazione fra i due è difficilissima, ostacolata dal marito di lei e Giulia dovrà trovare dentro di sé la forza per rendersi conto che essere trattata a quel modo non è mai “normale”. Un romanzo forte, una denuncia su un tema altamente diffuso eppure con così tante sfumature pensato sia per aiutare le donne vittime di violenza sia per sensibilizzare le persone in generale.
“Fu allora che mi tornarono in mente le parole che la mia amata mamma era solita ripetermi: segui il tuo cuore. Estrassi dalla tasca il bigliettino scritto da Nicola, ancora tutto accartocciato, e me lo rigiraifra le mani, leggendolo mille volte fino a quando non fui certa che non avreimai dimenticato quel numero di telefono. Per prudenza, gettai il biglietto nel camino acceso e rimasi a guardarlo disintegrarsi per via delle fiamme. A quel punto, dopo aver messo a letto il bambino, andai a dormire. Ero sdraiata nel letto, lo sguardo fisso sul soffitto, incapace di addormentarmi, quando sentii la porta di casa aprirsi. Sapevo che era Arturo e sentii come una morsa stringermi la bocca dello stomaco. “Giulia!”, lo sentii chiamare il mio nome, “Giulia!”. Non era un tono di voce normale, o addirittura dolce, ma quello burbero a cui, mio malgrado, mi ero abituata.”