Il libretto rosso di Mao Tse-tung
“La rivoluzione non è un pranzo di gala; non è un’opera letteraria, un disegno, un ricamo […]. La rivoluzione è un’insurrezione, un atto di violenza con il quale una classe ne rovescia un’altra”.
Titolo: “Il libretto rosso”
Autore: Lin-Piao
Voto: 7,5/10
Scrittura: Fruibile e diretta, tipicamente politica
Pagine: 160
In breve:
Il “Libretto Rosso” (così definito dagli studiosi occidentali in base al formato tascabile e al colore) consiste in una breve raccolta contenente la summa del pensiero politico, militare e social-filosofico di Mao Tse-Tung, realizzata dal suo braccio destro Lin-Piao, Comandante dell’Esercito Popolare di Liberazione.
Il “Grande Timoniere” evolve il pensiero marxista-leninista mediante un’attuazione pratica dello stesso, rivolgendo con un impatto devastante i propri concetti a soldati, operai, contadini e intellettuali cinesi.
Risulta evidente l’intento di Mao di armare intellettualmente (e non solo!) le nuove generazioni, al fine di evolvere i giovani cinesi in incorruttibili guardiani di un comunismo nuovo, che sia in grado di affondare le proprie radici nel più profondo significato della Rivoluzione Culturale. A qualsiasi costo.
Un libro per appassionati di storia, politica e autodeterminazione dei popoli, che illustra l’originaria base ideologica di una tra le più influenti potenze mondiali, destinato a prestare inevitabilmente il fianco a più di una riflessione di natura squisitamente filosofica:
annegando nel sangue ogni forma di dissenso, pur ammettendo di raggiungere le migliori condizioni di vita per ogni essere umano, potrebbe ugualmente parlarsi di una società “giusta”?
Per addivenire a un obiettivo di tale grandezza sociale, sarebbe legittimo immolare il valore più sacro tra tutti, quello della libertà di pensiero?
di @spritz_e_libri
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