Lo scopo di ogni essere vivente, su questo pianeta, è senza dubbio prosperare.
Vedi le piante, che a costo di fare meno frutti, si attrezzeranno per far crescere i nuovi getti.
Vedi gli animali, che pur di non rischiare di far terminare la loro linea genetica, mangerebbero i propri figli per riprocreare quando ci saranno migliori occasioni.
Vedi l’uomo, che pur di far crescere la propria progenie, schiaccerebbe il vicino, se questo fosse d’intralcio.
In questi casi, però, si tratta di basse ottave (rubando un po’ dal lessico musicale).
Pensandola su un’ottava più alta, cioè elevando un po’ il ragionamento, l’uomo potrebbe tranquillamente prosperare senza dover, per forza, calpestare i vicini. Basterebbe evolvere.
E basterebbe che lo facesse la maggior parte delle persone.
Se tutti, o quasi, invece di allargare i propri confini, espandessero la propria coscienza e conoscenza, vivremmo in un mondo prospero, pieno di opportunità, ricco… Un vero villaggio vacanze mondiale.
Ecco che allora potrebbe intervenire la regola dell’1%
Se ognuno di noi si migliorasse (studiando, applicandosi, coltivando relazioni, costruendo, creando, occupandosi degli altri ecc…) dell’1% ogni giorno, dopo un anno la sua coscienza/conoscenza sarebbe cresciuta di oltre 30 volte.
In pratica, prendendo come punto di partenza un punteggio di 100, finirebbe l’anno con oltre 3000 punti.
Un piccolo sforzo, un po’ di applicazione ogni giorno, ci migliorerebbe di 30 volte.
Se invece ci si dedicasse ad azioni anti crescita, quindi contrariamente inclini alla creazione-evoluzione-prosperità, dopo un anno, perdendo ogni giorno l’1% di sé, il suo valore sarebbe quasi azzerato.
Partendo da un punteggio di 100, si finirebbe l’anno avendo perso il 97%, quindi con soli 3 punti.
E, tra una persona che ha costantemente lavorato su sé, ed una che ha lavorato in senso contrario, in un anno, si creerebbe un divario di oltre 1000 volte, partendo dallo stesso punteggio.
Conviene, quindi, propendere alla prosperità?
“A chi ha, sarà dato; invece a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha”
– Gesù
di Fabio Valerio
Instagram @erofaalbivio
Facebook @erofaalbivio