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INSIDE SERIE A – NOVEMBRE 2021

Tra sorteggi UEFA caratterizzati da sedicenti problemi tecnici, ovvero la sottrazione ad hoc di determinate palline per pilotare gli abbinamenti, l’accoppiamento Napoli-Barcellona in Europa League, con sorriso sarcastico del Pibe Maradona dall’alto dei cieli, e l’ennesimo Pallone d’Oro assegnato a Messi senza un motivo preciso a parte generare la solita, sterile polemica e accendere l’attenzione su un premio che ormai ha il prestigio di un sacco di patate, l’annata calcistica sta rocambolescamente volgendo al termine, mentre la Serie A si anima sempre più.

L’impressione che la lotta per il titolo fosse una affare tra Milan e Napoli è stata completamente ribaltata nelle ultime giornate, in cui le due ex capolista hanno perso per strada un po’ di smalto e qualche punto. Per il Diavolo una certa stanchezza era pronosticabile, mentre i Partenopei pagano un paio d’infortuni di troppo e un calo fisiologico che colpisce sempre le squadre di Spalletti attorno al periodo natalizio. Implacabili nell’approfittarne le due compagni nerazzurre, che sono riuscite a colmare il gap inanellando cinque vittorie a testa. Il quartetto è racchiuso in soli quattro punti, dai 40 dell’Inter ai 36 del Napoli.

Oltre che nelle divise, Inter e Atalanta si somigliano molto nella tenuta del campo, nell’approccio alla partita e nel fatto di ottenere risultati grazie a un brillante gioco corale, che valorizza i campioni ma non dipende da nessuna stella, come capita al Milan con Ibrahimovic e al Napoli con Oshimen. Tra le file dei nerazzurri, Lautaro Martinez si conferma uno dei migliori youngster del calcio europeo, mentre la Dea si gode sostanza e qualità di Teun Koopmeiners, il terzo uomo in mediana che mancava da troppe stagioni.

Al di sotto del quarto posto si evidenzia una netta inferiorità strutturale, sia nelle prestazioni che nei risultati. L’attuale quinta è una sorprendente Fiorentina con 30 punti, che si appoggia a schemi rodati e all’affidabilità sotto porta di Dusan Vlahovic, sempre più vicino ai record e sempre più lontano dal rinnovo. Mister Italiano, con il suo gioco quadrato e la capacità di valorizzare i giovani, si conferma un ottimo tecnico dopo la grande annata a La Spezia dello scorso anno.

Due lunghezze sotto, Juventus e Roma condividono gli ultimi due posti utili per l’accesso alle competizioni europee, insieme a parecchi mugugni tra tifosi e ambiente societario. I Bianconeri, indagati per le plusvalenze e ancora in crisi d’identità sul campo, sembrano condannati a una stagione di grigiore, mentre gli uomini di Mourinho alternato prestazioni brillanti a momenti di appannamento quasi inspiegabili.

Dietro di loro, a 26 punti, troviamo la migliore realtà di provincia di quest’anno, l’Empoli di Aurelio Andreazzoli, che continua a regalare ottime prestazioni e a raccogliere risultati incoraggianti, rilanciando al contempo giovani che rischiavano l’oblio come Andrea Pinamonti e Patrick Cutrone. Opposta la situazione della Lazio di Sarri, che occupa la nona posizione con 25 punti e in settimana è uscita da un duro confronto tra squadra, allenatore e società. I dettami tattici del tecnico sembrano non attecchire, complice anche il prolungato cattivo stato di forma psicofisica degli uomini chiave Milinkovic-Savic, Luis Alberto e Ciro Immobile.

Il gruppo centrale è formato da quattro squadre racchiuse in due punti, le quali stanno tenendo un ruolino di marcia utile a centrare agevolmente l’obiettivo stagionale di una salvezza tranquilla: Bologna, Hellas Verona, Sassuolo e Torino. Le ultime due hanno dato un’accelerata negli ultimi incontri, che ha invece visto qualche piccola battuta d’arresto per le prime.

Un ulteriore terzetto, leggermente più singhiozzante nei risultati, è guidato dalla Sampdoria, quattordicesima a 18 punti, che tra le riflessioni sul futuro di D’Aversa e l’arresto del presidente Ferrero per bancarotta ha tutti i motivi per non condurre l’annata in totale serenità. Segue a un punto l’Udinese, che ha detto addio al tecnico Gotti in favore del secondo Cioffi, anche se l’impressione è che il potenziale della squadra sia questo non ci si aspetta grandi salti di qualità. Chiude il Venezia a 16 punti, che si sta man mano affermando quale realtà in grado di meritare la permanenza nella categoria, nonostante sulla carta non partisse tra le favorite in questo senso.

Per le quattro squadre impantanate nei bassifondi, invece, la corsa alla salvezza sembra una gara di passo del gambero. Attualmente, quella messa meglio è lo Spezia, ma i soli 12 punti e i 38 gol subiti non lasciano ben sperare. C’è da dire che le prestazioni degli uomini di Thiago Motta sono spesso brillanti e i risultati poco generosi, ma il bisogno di una vittoria per dare ossigeno e morale diventa ogni domenica più impellente. Dietro la formazione ligure, a 10 punti, si trovano le due grandi delusioni della stagione, il Genoa di Shevchenko, che tuttavia continua ad avere più uomini in infermeria che a disposizione, e il Cagliari di Mazzarri, la cui involuzione rispetto allo scorso anno ha dell’inspiegabile.

Chiude la Salernitana con 8 punti, su cui c’è poco da dire senza sparare sulla Croce Rossa. Come sottolineato in una recente intervista dal tecnico Colantuono, non c’è stata la possibilità di programmare la stagione e di costruire una squadra competitiva per via delle poco chiare vicende societarie legate al cambio di proprietà, il quale sarebbe dovuto avvenire per legge durante i mesi estivi. Un peccato per uno staff tecnico e un gruppo di calciatori che non è stato messo nelle condizioni di competere, ma che nonostante ciò ci sta mettendo grande impegno per non sfigurare.

La solita, agrodolce storia di crisi lavorativa all’italiana.

In attesa dei cenoni e dei panettoni, Inside Serie A vi augura buone feste in anticipo e vi dà appuntamento al prossimo anno!

Sincerely yours,

Marco Ferreri

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