INSIDE SERIE A
INSIDE SERIE A
– NOVEMBRE 2021 Quando un terzo del percorso stagionale è a un passo dall’essere completato, la Serie A conclude il ciclo di partite ravvicinate e va di nuovo in pausa nazionali, portandosi appresso un buon carico di conferme, smentite e sorprese rispetto alle prime giornate.
In testa al convoglio vi sono Milan e Napoli, entrambe con 31 punti, imbattute e destinate ad esserlo a lungo, per poi contendersi il titolo fino alla fine.
Se i Rossoneri confermano la spregiudicatezza e la capacità di divertire, ma anche l’ingenuità, tipica di una squadra giovane, i Partenopei stanno affrontando la stagione con una sicurezza, un cinismo e un’efficienza al limite dell’incredibile.
Impressionante la difesa, che con sole quattro reti subite ricorda le migliori versioni della Juventus di metà decennio, sorprendente il rendimento di molti giocatori, acquistati all’ultimo per fare le riserve come Zambo Anguissa o appannati nelle stagioni precedenti come Rrahmani, notevole l’alternanza di uomini gol, in grado di offuscare lo scarso rendimento e i dubbi sul futuro del capitano Lorenzo Insigne dopo il mancato rinnovo.
Il terzo posto rimane dell’Inter, che insegue a sette lunghezze, ma dopo aver pareggiato per il rotto della cuffia un derby che meritava di perdere si ritrova con qualche certezza in meno sul valore e sulla profondità della rosa.
Tuttavia, se riuscirà a cambiare marcia quando le competizioni europee andranno in pausa, sembra avere la possibilità di rientrare sulle prime.
Un discorso simile vale per l’Atalanta, quarta a 22 punti e in forte ripresa, che ha dato vita a partite memorabili in sede europea con il ben più blasonato Manchester United di Cristiano Ronaldo, e in campionato ha incominciato a inanellare risultati utili, nonostante la difesa falcidiata dagli infortuni.
Quinta e sesta posizione sono al momento occupate dalle romane, che rispetto all’ultimo articolo hanno invertito di segno l’inerzia della stagione: la Lazio, dopo l’imbarcata contro l’Hellas Verona, ha raccolto sette punti in tre partite, portandosi a 21 ed emergendo dal gruppo di centro classifica, mentre la Roma, ferma a 19 dopo due sconfitte consecutive, pare aver perso la spinta motivazionale iniziale, con una rosa scarica e impermeabile alle provocanti esortazioni di mister Mourinho, il quale ha recentemente dichiarato di non ritenere i rincalzi all’altezza.
Un punto sotto i Giallorossi si trova una Juventus che continua a viaggiare a singhiozzo, vincendo poco e di misura, senza mai convincere del tutto sul piano del gioco e della personalità. Mister Allegri si augura una ripresa dopo aver messo in cassaforte il passaggio del turno di Champions League, ma finora i Bianconeri stanno ampiamente meritando il settimo posto condiviso con Fiorentina e Bologna, le quali stanno invece disputando un campionato in linea con le aspettative, il valore delle rose e gli obiettivi stagionali.
Il decimo posto, con 16 punti, appartiene a due piccole che a inizio stagione sembravano destinate a lottare per la salvezza, ma si stanno rivelando le migliori realtà di provincia stagionali: il neopromosso Empoli di Andreazzoli, che stupisce per la tenuta in campo, la disciplina tattica e la sicurezza con cui sta affrontando la categoria, e l’Hellas Verona, ai cui giocatori mister Igor Tudor, subentrato a Di Francesco dopo tre sconfitte consecutive, è riuscito a donare consapevolezza, ordine e motivazione, al punto da portarli a cogliere scalpi importanti come quelli di Lazio e Juventus e a pareggiare con il Napoli. Il simbolo della rinascita scaligera è Giovanni Simeone, attaccante acquistato in sordina, che in queste giornate è riemerso dall’anonimato segnando ben 9 reti, di cui 4 alla già citata Lazio, e posizionandosi secondo in classifica marcatori.
Torino, Udinese e Sassuolo compongono il gruppo di metà graduatoria a 14 punti. Sono tutte e tre caratterizzate da buone rose, un’impostazione di gioco solida, funzionale, a tratti spettacolare, in grado di garantire qualche lampo e una salvezza tranquilla. Obiettivi più ambiziosi, come l’ingresso tra le prime dieci posizioni, sono al momento dei “vorrei ma non posso”, per via degli infortuni e di una certa mancanza di esperienza, tradotta in cinismo nel portare a casa il risultato, di cui soffrono molti componenti delle loro rose.
Tuttavia, non è da escludere che in fasi più avanzate del campionato trovino l’amalgama di condizioni adatto per inanellare una striscia di vittorie e proiettarsi in zone più nobili.
La zona retrocessione si apre con Venezia e Spezia, rispettivamente a 12 e 11 punti, le quali stanno dando l’impressione di aver preso le misure con la categoria, nonostante i limiti e le caratteristiche delle rose, colme di nuovi arrivi, talenti acerbi e giocatori da alternare. Il duo di centrocampo spezzino Kovalenko-Maggiore, finalmente a pieno servizio, ha donato quella solidità che mancava nelle prime partite e permesso all’estro delle tante mezze punte di dare spettacolo.
Per quanto riguarda i veneti, invece, si registra un’importante solidità difensiva, garantita da nomi di un certo spessore quali Caldara e Ampadu, che abbinata alla salita in cattedra del numero dieci Mattia Aramu si sta rivelando vincente.
A 9 punti, appaiate al terzultimo posto, si trovano invece le genovesi, entrambe in un periodo d’inaspettata crisi nera. Il Genoa, dopo la cessione al fondo americano 777 Partners, ha deciso di dare una scossa all’ambiente esonerando Ballardini e riportando in Italia Andrij Shevchenko nel ruolo di allenatore. La nuova proprietà ambisce allo scudetto nel medio termine, ma per ora l’ucraino ha il compito d’interrompere la striscia di pareggi consecutivi e di emergere dal pantano. Stando ai valori sulla carta della rosa, l’impresa non sembra impossibile. Un discorso simile vale anche per i cugini Doriani, i quali stanno valutando la posizione del tecnico D’Aversa, e la cui posizione in zona serie B sembra ancora più incredibile se si guarda al peso e al valore dei giocatori schierati ogni giornata. I continui guai fisici della stellina Mikkel Damsgaard e l’età avanzata delle punte Quagliarella, Caputo e Gabbiadini possono essere un’attenuante per qualche appannamento, ma non un alibi per la mancanza di attenzione con cui sono stati buttati via molti risultati utili. Viene da chiedersi dove sarebbe questa squadra, nona lo scorso anno, se fosse stato confermato Claudio Ranieri.
A chiudere la classifica, rispettivamente con 7 e 6 punti, Salernitana e Cagliari, le quali sembrano già essere state inghiottite dal gorgo della retrocessione. Se per la formazione campana risulta palese un’inferiorità tecnica rispetto alla categoria, i sardi evidenziano carenze da un punto di vista tattico e motivazionale. Per il momento, a nulla è servito l’intervento del nuovo Mazzarri, il quale sembra pronto a epurare alcuni giocatori. Per il momento, il clima dello spogliatoio resta tempestoso e la classifica da incubo.
In attesa che il campionato riprenda dopo l’ultimo stop autunnale, “Inside Serie A” vi dà appuntamento a dicembre, con la speranza di portare in regalo buone notizie sulla vostra squadra del cuore!
di Marco Ferreri (BTM)
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