Fonte immagine: https://www.longanesi.it/libri/jostein-gaarder-vita-brevis-9788830414990/
È la primavera del 1995 e Jostein Gaarder sta visitando la Fiera del Libro di Buenos Aires: qualcuno gli dice di riservare qualche minuto al famoso mercato delle pulci di San Telmo, ignaro dell’incontro che Gaarder avrebbe avuto tra quelle vecchie pagine.
Una piccola scatola con su scritto “Codex Floriae” cattura l’attenzione di Gaarder che sfoglia quelle pagine manoscritte e legge “Floria Aemilia Aurelio Augustino Episcopo Hipponiensis salutem”: una lettera indirizzata al Dottore della Chiesa da parte di Floria, donna che Agostino ha amato e da cui ha avuto il suo unico figlio.
Io vorrei ringraziare quella persona che ha convinto Gaarder a visitare quel mercatino perché in questo modo ci ha regalato questo gioiello che è “Vita Brevis”.
È una lettera lunga, un canto di dolore e disperazione per questo amore felice e ormai lontano.
“La vita è breve, troppo breve. Ma forse è qui e ora che viviamo, e soltanto qui e ora. Se è così, non hai forse voltato le spalle ai giorni che, malgrado tutto, splendono? E non ti sei smarrito in un lugubre e oscuro labirinto di pensieri in cui non posso raggiungerti e ricondurti fuori? Non viviamo in eterno, Aurelio. Ciò non significa che non dobbiamo cogliere i giorni che ci vengono concessi. […] Mi sorprendo a ripensare a tutti i giorni e le notti che trascorremmo insieme a Cartagine. Trovammo anche profondo ristoro l’una nell’altro. Poi tu dicesti: lì dove tu sei, anch’io sarò. Ma non mantenesti la promessa.”
Agostino ha mai ricevuto la lettera di Floria? Non ci è concesso saperlo, ma possiamo perderci ed emozionarci tra i ricordi di questa donna. Ho letto questo libro tante volte e continuo ad amare queste parole follemente.
di Fabiola Fasano
Instagram: fab.fas_books