"La quota rosa"AmoreDonne

Gli uomini e le donne sono uguali?

Gli uomini e le donne sono uguali?

No.

Gli uomini e le donne sono pari. O almeno potrebbero, vorrebbero, dovrebbero esserlo.

Questo è il mio mantra, ciò che mi ripeto ogni giorno e lo faccio più e più volte, per non dimenticarlo.

Già… perché dimenticarlo, oppure fare finta che vada tutto bene, è un rischio facilissimo da correre.

Adoro essere donna, è una condizione che mi appartiene, e sono sicura che in molte, come me, amano ciò che sono.

Certe volte però, appartenere al genere femminile, mi rendo conto sia terribilmente difficile.

Quando? Beh, in infinite situazioni, anche nelle più banali. Proprio per questo nasce La quota rosa. Vorrei attirare la vostra attenzione, partendo da spunti provenienti dalla vita di tutti i giorni, e far riflettere donne e uomini sul concetto di parità dei diritti. Esiste davvero, questa parità? Forse sì, ma solo sulla carta. Viviamo davvero in una società in grado di abbracciare tutti i suoi componenti e offrire loro pari opportunità?

Io, temo di no. Mi è persino difficile ammetterlo, perché la mia vita, a conti fatti, è stata tutta una discesa: gli studi, l’università, il lavoro, l’amore, la famiglia. Ciò nonostante, se andassimo a guardare più da vicino le pennellate che compongono la tela rosa della mia esistenza, scorgeremmo senza fatica qualche piccola macchia di pittura nera caduta qui e là, o di svariate pennellate date nel verso sbagliato, che stonano tantissimo.

Perdonate la metafora, ora provo a spiegarmi meglio: assodato che il risultato – ovvero la mia vita nell’insieme – possa definirsi lineare e soddisfacente, ci sono stati una miriade di piccoli scogli e ingiustizie che, in quanto donna, ho dovuto superare.

Come mai me se sono accorta solo guardando a ritroso?, vi chiederete. Nulla di più semplice: perché certe difficoltà sono accettate, ormai da tutti noi interiorizzate. Per farla breve: cose normali, insomma. Ci sono situazioni in cui una donna è così abituata a ritrovarsi, che le confonde per normalità. Si tratta del retaggio di tradizioni, credenze, superstizioni che – tristemente! – riempiono il bagaglio che ci portiamo sulle spalle. Siamo così avvezzi a portare quel peso, che non ce ne rendiamo nemmeno più conto.

Sono pronta a farvi alcuni esempi a riprova del fatto che alcune ingiustizie, sembrano agli occhi di una donna cose normali:

  • Quando ero ragazzina, non si poteva dire al professore o ai compagni maschi di avere il ciclo: erano uomini, bisogna nasconderlo! Cosa potrebbero pensare?
  • Sempre in tema mestruazioni, gli assorbenti e tutto il necessario per cambiarsi doveva essere riposto in una taschina segreta, o in una pochette sempre serrata. Guai se qualche compagno vedeva il contenuto, che vergogna!
  • Se, ai tempi dell’università, mi capitava di passare davanti alla stazione centrale, o a piazzale Cadorna, mi pareva normale amministrazione aumentare il ritmo della mia camminata e tenere il cellulare all’orecchio facendo finta di telefonare a qualcuno;
  • Se, in qualsiasi città, vedevo in lontananza un gruppo di uomini a bighellonare seduti sul marciapiede, mi pareva naturale guardare in basso, far finta di non sentire i loro fischi o apprezzamenti;
  • Se entravo in un negozio di informatica accompagnata, era ovvio che il commesso spiegasse al mio compagno o a mio padre le caratteristiche tecniche del pc e optasse per consigliare quello meno costoso che tanto “per quello che lo usa la ragazza, va bene anche uno in offerta”.

Potrei andare avanti ancora, ma rilancio a voi la palla. In questa rubrica mi piacerebbe parlare di questi piccoli pezzi del puzzle che ancora mancano all’appello per costruire l’immagine della parità, quella vera, senza retaggi e pregiudizi. Parlare di donne, far sentire la  nostra voce, e dare fiato alle mie o vostre storie o esperienze. O ancora, aiutarci a stare bene nella nostra pelle che, in fondo, è l’abbraccio più stretto che potremmo mai ricevere in tutta la vita.

Pronti a darmi la mano?

A cura di Francesca Broso

IG:@prof.francesca.broso

Fonte immagine: Pixabay

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