NATALE: tra consumismo e sacralità
Strade frenetiche di gente e di colori, pubblicità ammiccanti di preziosi e cibi succulenti, supermercati stracolmi di fantomatici “esseri umani” che si muovono robotizzati alla ricerca impulsiva dell’ultimo panettone imbottito di una miriade di creme.
Natività preparate da abili artigiani con la più minuziosa cura del particolare, buoni propositi messi in atto per i giorni dell’Avvento, classi con bambini e maestre intente a raccontare storie sul Natale dove chi nasce non è soltanto il Bambino Gesù, ma anche e soprattutto l’idea di pace ed amore tra la gente che l’evento in sé consolida.
La dicotomia tra l’essere e l’apparire appare così nettamente evidente, tangibile, e ad unirle vi è quel filo sottile di speranza che possiamo cogliere, se vogliamo in una remota pubblicità non più in voga, ma sempre piacevolmente ricordata da coloro che hanno vissuto e vivono il Natale con il cuore pieno di “Vorrei cantare insieme a voi in magica armonia…..”. Quel gruppo di ragazzi resterà sempre nei cuori di chi ama il Natale ,come a rappresentare un unico, immenso turbinio di rispetto, accettazione e colore.
di Nadia Spezzati
