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Intervista a Daniele Da Prato

Caro Daniele, innanzitutto grazie per il tempo concessomi.

Essendo un autore esordiente e ancora tutto da scoprire, avrei intenzione di porti le domande come se le facessi al te scrittore e al te quotidiano, quello che esce per compere, che guarda la TV e discute con chi gli taglia la strada.

Ovviamente, spero comprenderai il motivo, non sarà un’intervista “comoda”. Il mio intento, oltre al farti conoscere al pubblico, è quello di sviscerare un po’ il tuo lato ombra, quello che tratta di morte, di disastri e di amenità, mantenendo la sovrapposizione tra normalità e oscurità. Mi piacerebbe conoscere qualcosa in più del poeta in grado di innamorarsi e di descrivere un fiore, ma allo stesso tempo capace di parlare di un fatto increscioso o colui che racconta quanto dolore ha all’interno di sé.

Sia chiaro, puoi rispondere alle domande che vuoi. Considera che puoi anche mentire spudoratamente 😀

Come si intitola la tua opera? D’Amor, Rivalsa, Rabbia e Rassegnazione

Perché hai scelto questo nome? Perché sono, in linea di massima, gli argomenti che trattano le mie poesie, divise in due sillogi, queste due parti appunto racchiudono questi quattro argomenti, che io e l’editore abbiamo cercato di disporre in ordine più fedele possibile al titolo.

Da dove nasce l’esigenza di esprimerti scrivendo? Bella domanda! Una risposta precisa non ce l’ho, penso che sia proprio la natura dell’essere umano, che ha bisogno di trasmettere in qualche maniera ciò che fa in qualche modo. Io sin dalle elementari scrivevo delle piccole filastrocche, definirle poesie sarebbe eccessivo, e non ho mai abbandonato questa passione. Ho sempre avuto l’ispirazione in versi, però diciamo che fino al 2020 ero un “vuoto a perdere”, ovvero scrivevo e poi non immagazzinavo niente, prima di questa data è tutto andato perduto, tranne qualche frammento che ricordavo a memoria, dal 2020 in poi ho deciso di mettere tutto per iscritto e di archiviare ogni cosa.

Chi è Daniele? Daniele è un uomo di 45 anni, vita tormentata e complessa, un solitario di natura, amante della cultura, dell’arte, ammetto amo più esse che le donne forse con le quali ho sempre avuto poco più che flirt non troppo lunghi. Amo vivere nella mia stanza, scrivere e leggere, ascoltare la musica e studiare. Questo in linea di massima, spiegare in “toto” chi sono sarebbe troppo complesso, magari se vuoi ci scriviamo un libro a quattro mani 🙂

Scegli tre aggettivi che ti descrivono. Solitario, Altruista, Sincero (Nel bene e nel male)

Parlami della tua passione più grande. Non importa sapere di cosa si tratti (magari non lo vuoi dire e non è la scrittura), mi interessa sapere cosa ne ricavi. Cosa provi quando la pratichi e quando non ti è possibile farlo? La mia passione più grande è lo studio, in quanto scoprire, il venire a sapere sempre cose nuove. Ovvio essendo il mio campo la Teologia prediligo questo settore, ma come sai amo anche Storia e Sociologia e tante altre materia interessantissime, Psicologia, Filosofia ecc., anche se non posso ritenermi proprio un tecnico in queste ultime due.
Dimmi qualcosa che non si sa della teologia. Tipo che Gesù non è nato a Betlemme bensì a Nazareth, luogo dove effettivamente è cresciuto, poi ad esempio che non sappiamo dove fu sepolto. A Gerusalemme questo è chiaro, ma certo non nella Basilica del Santo Sepolcro. Altra cosa importante? Il tempio Salomone non era così maestoso ma sicuramente un piccolo tempietto e non sul monte Sion ma alla fonte del fiume Ghion a Gerusalemme: Quando la Teologia si va a confrontare con la Storia spesso fa a cazzotti.

Libero arbitrio o destino? Ho una mia teoria a riguardo, ovvero tanto costruisci tu con il tuo libero arbitrio, tante tue conseguenze vengono da scelte tue, errate o giuste, ma purtroppo o per fortuna, sei soggetto anche alle scelte degli altri, classico esempio banale? – Tu vai in bicicletta, stai sulla destra, passi un incrocio con il semaforo verde ed una macchina di grossa cilindrata, passando con il rosso, ti investe e ti ferisce. Come vedi tu hai gestito benissimo il tuo libero arbitrio, ma poiché qualcun altro non lo ha fatto subentra anche una componente fatalista, mi sono spiegato?

Parlami del tuo lato spirituale, oltre lo studio, la teologia. Cosa senti riguardo l’oltre? Se intendi in senso escatologico sento che qualcosa c’è, ma nulla di umanamente comprensibile. Sentiamo parlare di ricompense, di Gerusalemme Celeste, sarò breve, secondo me la vera ricompensa alla fine dei tempi sarà la quiete dell’anima in Comunione con Dio, niente più pensieri, niente più angosce, pace assoluta. Io questo penso. Come si realizzerà? A questo solo Dio può rispondere e non lo farà, secondo me ovvio, se non in quel giorno.

Che lavoro fai? Sono giardiniere della mia Asl, quindi faccio orario continuato la mattina e il giorno come sai do lezioni private a tutti i livelli di Teologia Abramitica, Storia delle Religioni Abramitiche, Storia Antica e Moderna

Immaginando di poter scegliere liberamente, quale attività vorresti fosse la tua primaria? Ovviamente la seconda di quelle che ho scritto sopra, l’insegnamento, e non a livello on line ma di ruolo, mi basterebbe per cominciare anche a livello di scuola Superiore.

Cosa ti fa paura? Tante cose. La solitudine, in primis, tu dirai: “Ma non eri un lupo solitario?” Certo ma quando scelgo di stare solo è un conto, quanto resto solo ma non lo voglio o avverto il rischio di poter restare solo provo molta paura. Direi che la mia più grande paura è la solitudine, essa è la morte dell’anima, la morte interiore.

Scrivi altro, oltre le poesie? Sto cominciando con qualche racconto breve, per adesso non posso postarlo perché partecipa ad un bando, ad ottobre sarà sul Simposio, vada come vada. Vorrei arrivare a scrivere piccolo saggi, romanzi e poi magari chissà, sempre più evolvermi. La mia materia madre in ambito letterario però comunque rimane la poesia, questo sì.

Cosa farai da grande? Spero il bambino, Un mestiere che purtroppo non ho mai fatto!

Ti senti più un autore o una paziente in terapia, a causa di queste domande? Mi sento semplicemente un intervistato e onorato di esserlo, con domande mirate, quindi non la solita intervista standard con domande “copia e incolla”. Colgo quindi l’occasione per ringraziarti.

Spiega, il più dettagliatamente che puoi, la copertina del tuo libro. Bene, questa domanda mi piace perché ci abbiamo lavorato molto. La copertina è stata fatta dal mio editore, che è un architetto, ovvero, uno dei due editori, sono due fratelli, Andrea e Dario Raguzzino, rispettivamente avvocato e architetto. Parlando con Andrea mi ha detto che Dario aveva bisogno che io scegliessi una poesia che fosse proprio il “Manifesto” del libro, in quanto su di esso lui avrebbe dovuto costruirci su una copertina. Ho scelto l’ultima del libro: Inferno Artificiale. Appunto una poesia apocalittica, che parla di inferno, di fine del mondo, di un uomo che soccombe ad un sistema da lui creato e che lui non sa più fermare, un uomo che estingue sé stesso. Dario secondo me ha fatto un capolavoro, vado fiero di questa copertina, sono strafelice, vedo inoltre che piace a tutti.

Visto che usi le grafiche per le frasi e citazioni e vista anche la ben riuscita della copertina, hai mai pensato di collaborare con qualche grafico per fare dei video trailer, fan art, aesthetic ecc? Non sono un grafico, anzi sono negato con la grafica. La copertina del mio libro è stata fatta dal coeditore Dario Raguzzino. Per il resto se ti riferisci alle grafiche IG uso App semplici che con poca padronanza della grafica ti permettono di fare cose carine. No in questo settore sono negato, mi vedo più in un futuro come creatore di contenuti.

Questa è la storia, questa è la fine della mia piccola intervista, che ti invio ringraziandoti per avermi scelto per la tua rubrica!
Grazie per la tua amicizia, per l’apporto generoso nel gruppo “Simposio2021” e per permetterci di entrare un po’ nel tuo mondo.

Ti auguro 100000 follower reali, nei prossimi giorni.

A cura di Fabio Valerio e briciolacreation

@erofaalbivio e @briciolacreation

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