“E perché il gioco sarebbe peggiore di un qualsiasi altro mezzo di far denaro, per esempio, magari del commercio?”
Titolo: “Il giocatore”
Autore: F. Dostoevskij
Voto: 6+/10
Scrittura: Fresca e scorrevole
Pagine: 233
In breve:
Aleksej Ivanovic ricopre il ruolo di precettore nell’immaginaria città tedesca di Rolettemburg presso un anziano generale russo, ormai caduto in rovina e sommerso di debiti. Il protagonista si invaghisce oltre i limiti della ragionevolezza di Polina, figliastra dello stesso generale, che sembra prestare attenzione solamente alla posizione sociale dei propri pretendenti, schernendo le ripetute avances di Aleksej.
Il generale attende la morte dell’anziana nonna per poterne ereditare le ricchezze, ripagare i debiti contratti con il marchese De-Grieux e sedurre mademoiselle Blanche. L’anziana donna, tuttavia, è tutt’altro che morente e – nemmeno a dirsi – inizia a sperperare i propri averi dopo aver scoperto l’elettrizzante gioco della roulette.
Il giocatore è un racconto lineare con una sottotrama amorosa dall’ottimo potenziale inespresso, privo di particolari coup de theatre (se si vuole escludere proprio la comparsa della nonna, tanto improvvisa quanto prevedibile). Tra i vari spunti proposti dall’autore, si rivela certamente degna di nota la progressiva crescita del protagonista in relazione all’analisi delle varie peculiarità legate al gioco d’azzardo, a loro volta annodate al concetto – se vogliamo anche piuttosto banale – del “sapersi fermare quando è il momento”.
Un buon libro, scorrevole, ma che non mi ha entusiasmato. Si dice che Dostoevskij abbia realizzato questo romanzo in pochissimo tempo per poter saldare alcuni dei numerosi debiti che aveva contratto; tale scomoda sensazione di scrittura “frettolosa” è stata mia fedele compagna per l’intera lettura dell’opera.
di @spritz_e_libri
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Fonte immagine: https://www.lafeltrinelli.it/
