"L'arte in pillole"ArteArticoliMusica

“THE VELVET UNDERGROUND”

Fonte immagine: https://it.wikipedia.org/wiki/The_Velvet_Underground

Correva l’anno 2007, il destino volle che mi imbattessi nel leader di una delle band più influenti della storia della musica rock: The Velvet Underground.

Lou Reed portava gli occhiali e indossava un paio di jeans e una felpa. Aveva 65 anni e non era più il giovane chitarrista ribelle degli anni 60 e 70.

Gli chiesi di poterci scattare una foto insieme, il suo braccio attorno alla mia spalla e quel ghigno inconfondibile sul suo viso erano il suo modo di ringraziare un giovane ragazzo nel quale la sua musica continuava a vivere a distanza di oltre quarant’anni.

Lou Reed vive un’adolescenza difficile caratterizzata dai contrasti con la famiglia, è ribelle e provocatorio, legge i poeti maledetti della beat generation, fa uso di droghe e alcol e soprattutto ama il rock’n’roll.

Alla Syracuse University di New York incontra John Cale genio dell’arte sperimentale col quale inizia un percorso musicale. Dopo essersi esibiti come duo, Reed e Cale coinvolgono nel progetto il chitarrista Sterling Morrison e la batterista Maureen Tucker formando così nel 1964 i “The Velvet Underground” prendendo il nome da un libro che tratta di sadomasochismo scritto da Michael Leigh e trovato tra la spazzatura.

Dopo essersi esibiti nel panorama sotterraneo newyorkese, i V.U. entrarono nelle grazie di Andy Wharol, il profeta della pop art, che ne diventa il manager incrementandone la notorietà e favorendo l’ingresso nella band di Christa Päffgen in arte Nico. 

I V.U. diventano una chiave importante per gli show sperimentali di Wharol (The Exploding Plastic Inevitable), spettacoli sonori e visivi devastanti con proiezioni di film di Wharol, fotografie, danze e rituali con fruste, stivali in pelle, siringhe e croci, il tutto amalgamato dall’euforia collettiva dovuta all’uso di alcol e droghe.

Nel 1966 debuttano in studio grazie alla Factory di Andy Wharol con la registrazione di “The Velvet Underground and Nico”, uno degli album più importanti della musica rock. Reed voce e chitarra, Sterling chitarra, Cale viola , pianoforte e basso, Tucker batteria e Nico voce profonda e femmina fatale sono all’avanguardia più di qualunque altro artista dell’epoca.

La scelta di Wharol per la copertina si rivelerà azzeccata, ancora oggi la banana viene immediatamente associata alla band. In quella originale la buccia era adesiva e si poteva staccare scoprendone una di colore rosa. Una scritta di colore nero suggeriva: “Peel slowly and see” (sbucciare lentamente e vedere).

Nei loro brani si intuiscono sonorità punk, new wave, alternative rock e glam rock nati oltre dieci anni dopo. Nei loro testi si raccontano il nichilismo, le droghe e l’alienazione. I V.U. sono i cantastorie della  New York disturbata, ribollente e viziosa di quegli anni.

La natura irrequieta del gruppo porterà prima all’abbandono di Nico, poi a quello di Cale dopo l’uscita di “White Light White Heat” e “The Velvet Underground” e infine, dopo “Loaded“ a quella di Reed. Dopo alcuni tentativi di reunion nel 1995 si ha il definitivo sciogliemento.

L’eredità lasciata dai “The Velvet Underground” ha un valore inestimabile. Le loro improvvisazioni orgiastiche, come alcuni critici le hanno definite, i loro testi espliciti e perversi, la cadenza vocale di Reed, le distorsioni e i ritmi ossessivi rendono gran parte dei musicisti debitori di una band che oggi tutti avrebbero il dovere di conoscere.

Ascolto consigliato: Venus in Furs (The Velvet Underground and Nico)

di Leonardo Pisani

Leggi di più
Back to top button