SQUID GAME: solo un gioco?

Sta spopolando tra i giovanissimi, ma non risparmia gli adulti: si tratta di Squid Game, il gioco di stampo coreano che vede alternarsi al suo interno sfide disparate, competizioni dove chi perde vede in ballo la sua stessa vita.

Il fenomeno preoccupa educatori e pedagogisti che si interrogano circa l’anomala partecipazione di ragazzini e bambini a tutto ciò.

Cosa sta sfuggendo nell’inculcare sani principi? Che cosa spinge la mente umana ad addentrarsi in un circolo mentale assai pericoloso e non scevro di severe minacce? Certamente, sotto ottiche e parametri differenti, altri giochi, serie televisive (senza esclusione di cartoni animati), se non osservati con il cuore e con la mente possono indurre a cadere in meccanismi di bullismo, di discriminazione e di autolesione mentale.

Il problema non sussisterebbe laddove a monitorare durante la visione di tutto ciò ci fosse l’occhio vigile del tutore. Il bambino, accompagnato dalla costante supervisione del genitore, saprebbe dare un senso diverso anche al più stupido ed incomprensibile gesto riprodotto da fantomatici eroi televisivi.

di Nadia Spezzati

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