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Sorridere con gli occhi – di Bettina Delia Monticone

Sono felicissimo d’inaugurare la sezione adulta di “Storie in Rete“, ossia che presenta e analizza libri editi in maniera tradizionale, approcciandomi a un manoscritto distante anni luce dai miei canoni. “Sorridere con gli occhi” è una novella in undici atti, ideata, scritta e vissuta da Bettina Delia Monticone, che ha visto la luce nel 2021 tramite il sito Youcanprint.it, sigla editoriale online che propone un pacchetto di self publishing con assistenza. Il libro consta di 194 pagine ed è diviso in undici racconti, denominati atti, i quali sono uniti dal filo conduttore della quarantena e dalla presenza dell’autrice, sia come personaggio attivo che in veste di voce narrante.

Sebbene l’espediente narrativo non brilli per originalità, la formula scelta da Monticone si adatta a perfettamente alle sue caratteristiche, e con altrettanto successo rende onore al genere letterario a cui appartiene, la novella, richiamandone e attualizzandone gli esempi più nobili, dal Boccaccio in poi. Si riscontra piena corrispondenza da un punto di vista tecnico, poiché i racconti prendono spunto da una vicenda reale e s’incentrano sulla rielaborazione di scene di vita quotidiana, ma anche  da quello simbolico, poiché per tutta l’opera aleggia un senso di laconica inconsistenza del vivere sociale e delle cose mondane tipico della narrazione novellistica.

L’opera risponde compiutamente al maggiore quesito che ha attraversato tutti noi durante la quarantena, quando non vi era alcun modo di scampare i conti con noi stessi, specialmente quelli rimandati da tempo: qual è il modo per riscoprirci e mettere a nudo la nostra umanità?

Lo si può fare soltanto specchiandoci negli altri, quelli veri, consistenti, significativi. Quelli che mancano quando sono lontani e non vengono dati per scontati quando sono al nostro fianco. Quelli di cui troppo spesso dimentichiamo di aver bisogno, e che loro ne hanno di noi. Quelli che vengono davvero riconosciuti soltanto in seguito a una separazione forzata, perché in qualche modo, sfidando le leggi di materia, percezione e memoria., rimangono impressi, effigi e custodi di un pezzo della nostra interiorità.

L’inconsistenza del messaggio di fondo tipico della novella, dunque, in “Sorridere con gli occhi” è legata al contesto narrativo, perché dal lavoro di Monticone traspare una profonda eco d’intimità spirituale, legata al piacere della riscoperta delle piccole gioie del quotidiano, all’attenzione ai dettagli, alla cura di sé e degli altri. I suoi racconti, più che intrecci, sono rappresentazioni d’amore, amicizia e benevolenza attraverso il ritratto di persone care e significative. Semplici, immediate, cristalline, ma al contempo ricche di ricordi, immagini, sensazioni e citazioni, tutte ampiamente descritte e riportate.

Ogni pagina del libro mostra di essere stata scritta con mente e cuore aperto, focalizzato sul captare e tradurre in parola anche la sensazione più flebile. Per questo motivo lo stile è arzigogolato e presenta una ritmica appesantita dalle numerose digressioni e riflessioni, le quali tuttavia non risultano particolarmente prolisse. Il loro maggior punto d’interesse sta nel rivelare un ottimo grado di creatività in termini di correlazioni, immagini e associazioni da parte dell’autrice, che certamente non pecca d’immaginazione e doti descrittive.

A mio avviso, le note a pié di pagina stonano un po’, sia perché talvolta introducono un ennesimo inciso nell’inciso, decisamente anti ritmico in un testo creativo, sia perché ricordano troppo da vicino l’impostazione formale della saggistica, per nulla adatta al carattere leggero del testo. A livello di trama, invece, trovo molto solida la struttura narrativa e ho apprezzato l’impostazione per “ritratti”, così come alcune scene gestite con il cambio di prospettiva, spostata dagli occhi dell’autrice a una sorta di “camera sulla spalla” dell’interlocutore di turno, che segnala un processo di stesura basato su un esercizio di connessione empatica nei confronti del soggetto rappresentato. Tuttavia, in alcuni racconti avrei aggiunto un episodio o avrei aumentato il grado d’interazione tra i personaggi.

Non amo dare voti e non per questo è pensata “Storie in Rete”, ma consiglio vivamente la lettura di “Sorridere con gli occhi”, in quanto è un libro in grado di riconnettere il lettore a una parte genuina del proprio essere, troppo spesso sepolta e ignorata, e di presentare la prospettiva più benefica possibile sul periodo della quarantena. Perché c’è un modo per sorridere e volersi bene, nonostante tutto.

Durante la lettura, molte domande hanno attraversato la mia mente, tra cui: “Quanto c’è di vero nei personaggi, negli eventi e nella rappresentazione che l’autrice fa di se stessa? Quanto è invece chiacchiera, rielaborazione e riassemblaggio creativo asservito alle esigenze del testo letterario? Quanto è scaturito da stati d’animo provati durante il lockdown e quanto da una riflessione successiva? Infine, quanto l’autrice s’identifica oggi nella se stessa che si è cimentata nella stesura?”. Fortunatamente, questi interrogativi avranno presto risposta, perché sono lieto di annunciare che intervisterò Bettina Delia Monticone nella prima puntata di “BTM podcast“, in onda il giorno X alle ore Y sulla piattaforma Z.

Sincerely yours,

Marco Ferreri – BTM

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