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L’imperialismo: spiegazione semplice. Mappe per la scuola.

L’imperialismo
Tra il 1870 e il 1914, diverse nazioni, tra cui Belgio, Germania, Gran Bretagna, Francia, Olanda, Italia, Stati Uniti e Giappone, colonizzarono un quarto del pianeta. Questo fenomeno, conosciuto come imperialismo, iniziò intorno al 1870 e indicava il controllo economico e politico che una potenza esercitava su un altro territorio per creare vasti imperi economici. Molti europei dell’epoca credevano nella superiorità dell’Occidente e nella supremazia della “razza bianca”, concetti che spinsero l’espansione coloniale.

Le ragioni dietro questa corsa alle colonie erano soprattutto economiche: le nazioni cercavano nuovi mercati per le proprie industrie e materie prime a basso costo. Dopo la conquista militare, i territori venivano organizzati come colonie o protettorati, sotto il controllo indiretto della potenza colonizzatrice, che influenzava pesantemente le decisioni politiche locali e internazionali.

Africa e Medio Oriente
Negli anni ’70 del XIX secolo, l’Africa iniziò a essere esplorata dagli europei per scopi scientifici, umanitari e religiosi, con la presunta missione di “civilizzare” o evangelizzare le popolazioni indigene. Entro il 1914, il 96% del continente africano era sotto il controllo europeo: la Francia dominava gran parte dell’Africa settentrionale e centrale, mentre la Gran Bretagna controllava la parte orientale. Altre potenze, come Spagna, Portogallo, Germania, Belgio e Italia, si spartirono i restanti territori.

Il crescente fervore coloniale provocò rivalità tra le potenze europee. Per evitare conflitti, nel 1884 fu convocata la Conferenza di Berlino, dove venne decisa la spartizione dell’Africa, spesso ignorando i confini etnici e storici delle popolazioni locali, gettando così le basi per futuri conflitti.

Nonostante alcuni interventi come la costruzione di scuole e ospedali e il miglioramento delle tecniche agricole, i benefici ricaddero quasi esclusivamente sui colonizzatori, lasciando le popolazioni locali ai margini.

Medio Oriente
Il Medio Oriente era una regione strategicamente importante per le sue rotte commerciali e la sua posizione geografica. Potenze come Gran Bretagna, Francia e Russia ambivano al controllo di queste terre. La Gran Bretagna dominava una vasta area che comprendeva la penisola araba, l’India, l’Indonesia e la Malesia. La Francia governava l’Indocina (Vietnam, Cambogia e Laos), mentre altre potenze, come Paesi Bassi, Germania e Russia, avevano le proprie zone d’influenza.

Gli Stati Uniti, sebbene recenti indipendenti, osservavano con preoccupazione l’espansionismo europeo. Preferivano esercitare una supremazia economica e politica piuttosto che conquistare nuovi territori, sebbene non esitassero a usare la forza quando necessario.

India
Nel 1876, l’India cadde sotto il pieno controllo britannico, subendo profondi cambiamenti culturali e strutturali. Le infrastrutture furono modernizzate, vennero fondate scuole dove si insegnavano la lingua e la cultura inglese, e fu introdotto un sistema giuridico basato sull’uguaglianza dei cittadini, un concetto sconosciuto fino ad allora in India.

Tuttavia, la produzione agricola fu orientata verso prodotti richiesti dai mercati europei, come cotone, tè e tabacco, compromettendo l’autosufficienza alimentare e provocando carestie. Anche gli artigiani locali subirono gravi perdite economiche.

Cina
In Cina, le potenze europee imposero trattati commerciali svantaggiosi, conosciuti come “trattati ineguali”, che portarono alla cessione di territori strategici. Il malcontento popolare culminò nella Rivolta dei Boxer del 1900, una sollevazione contro gli stranieri e i cristiani cinesi. La risposta delle potenze europee fu violenta: nel 1901, un esercito internazionale occupò Pechino, contribuendo alla caduta della dinastia Qing e alla proclamazione della Repubblica Cinese nel 1911, guidata da Sun Yat-sen.

Giappone
Nel frattempo, il Giappone si era trasformato in una grande potenza industriale e militare, estendendo la sua influenza in Asia. Nel 1894 dichiarò guerra alla Cina, annettendo Taiwan (Formosa) e la Corea. Il Giappone partecipò anche alla repressione della Rivolta dei Boxer e mirava alla conquista della Manciuria, ricca di risorse naturali. Questo lo portò in conflitto con la Russia nel 1904, scontro che si concluse con una vittoria giapponese.

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