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Léon di Luc Besson

Era da un po’ che volevo rivedermi ‘Léon‘ , film del ’94 con Jean Renò. Rivederlo è stato un colpo al cuore, oltre a ‘vederlo’ decisamente meglio avendo un’età adulta ormai. È bellissimo, lo era allora e lo è ancora oggi ai miei occhi. Di una tristezza che all’epoca non colsi a pieno.

La Portman, nel ruolo di Mathilda, l’ho compresa a pieno solo ora, ed anche le sfaccettature, i disagi, di Renò, il dolore che si porta dietro e la forza che ha nel cercare in tutti i modi di occuparsi di quella ragazzina cresciuta troppo e alla ricerca disperata di un luogo da chiamare casa.

I film in cui partecipa Renò sono sempre molto particolari, persino quello della ‘Pantera Rosa’ , ma ‘Léon’ e ‘Wasabi’ credo siano i miei preferiti. Persino il cattivo ha il suo fascino eccentrico, molto divertente ma anche tanto spaventoso nella sua psiche mentre solo ora ho apprezzato il ruolo di Tony, solo ora ho capito quanto gli sia costato essere amico di Léon e aiutare la piccola Mathilda.

Ho capito anche le controversie dietro il ruolo della Portman, che ancora oggi fanno discutere molto. Un ruolo effettivamente molto ‘esagerato’, spinto, a tratti quasi malsano. Era inevitabile il finale per evitare ogni equivoco contro l’etica.

L’ambientazione in cui la vicenda si svolge ha un non so che di Noir, sa di quei vecchi film in bianco e nero dove però il cattivo non è il classico malavitoso, ma il poliziotto corrotto e strafatto di turno.

Léon, sicario impeccabile dalla vita anonima e ritirata, entra in contatto con la giovane Mathilda, ragazza di dodici anni che si ritroverà senza famiglia a causa dei brutti affari del padre. Una famiglia che non si piange se non per il fratellino, quattro anni, ucciso a sangue freddo. Sicuramente la loro accoppiata non è delle migliori.

Parliamo di un uomo che non ha contatti con altri Umani se non attraverso Tony e solo se deve ucciderli o avvisarli, metterli in guardia che qualcuno potrebbe rimandarlo da loro per finire il lavoro, e di una bambina in cerca di protezione, sola al Mondo, che farebbe di tutto sia per vendicarsi e sia per non perdere quell’unica persona che gli ha teso la mano nel momento più tragico della sua vita. Sarà questa unione però che da un lato farà trovare la pace all’uomo e dall’altra salverà, da quel Mondo orrendo, la giovane Mathilda.

Ci sarà un prezzo, ma sarà bello e struggente allo stesso tempo e non vi saranno rimpianti, solo il ricordo di un mese che ha cambiato la vita di due persone per sempre. Un film che va visto senz’altro, che farà ridere ma che farà rimanere l’amaro in bocca nonostante il ‘lieto’ finale.

In fondo, tutte le favole hanno un lieto fine, ma non sempre ci rendiamo conto del prezzo che si paga per quel bel finale da favola.

Sceneggiatura 10/10

Scenografie 10/10

Regia 10/10

Attori 10/10

Direzione della fotografia 10/10

Totale 50/50

di Elisewin Liala Baudelaire

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Fonte immagine: Locandina del film “Leon” di Luc Besson

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