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Le tasche vuote – Inside serie A aprile 2022

Veleggiare verso la fine di un evento ricorrente come il campionato di calcio porta sempre con sé una sensazione a metà tra il sollievo e la nostalgia. Sicuramente non mancheranno le giornate prolisse fatte di pareggi e sconfitte in testa come in coda, né tantomeno la sfilza di risultati sciatti o di imbarcate delle squadre di medio-bassa classifica, che hanno giocato un buon terzo di campionato con la testa altrove.

Non è stata una bella annata per la Serie A, diciamocelo chiaramente. Per fortuna, in termini di spettacolo possiamo salvare con i Mondiali. Non è un preambolo a facili battute sull’assenza dell’Italia che, involuta e statica com’era, sarebbe probabilmente risultata un danno per quello che si preannuncia un grande spettacolo.

Intanto, la lotta Scudetto pare essersi delineata, con il Milan in vantaggio sui cugini interisti di due lunghezze, dopo che questi ultimi sono riusciti a sbagliare la sola partita che non potevano permettersi di perdere: il famigerato recupero contro il Bologna, ormai salvo e appagato. Radu svariona, Inzaghi si mangia le mani e Pioli ringrazia. Degno crocevia di una stagione scandita da sprechi e vittore gettate via da chi sembrava averle ormai salde in pugno.

74 per i Rossoneri, 72 per i Nerazzurri, 67 per un Napoli che rappresenta perfettamente la tendenza stagionale sopra citata. Dopo aver covato più di una speranza di cogliere finalmente l’agognato Scudetto, due sconfitte e un pareggio nelle ultime tre hanno relegato gli Azzurri a doversi guardare anche dal ritorno della Juve. Il tutto tra le lacrime del partente Insigne e lo stupore di Spalletti, sempre più “perdente di successo”.

Dicevamo della Juventus, risalita quota 66, che passerà il mese di maggio a sciorinare una lunga serie di “cosa sarebbe successo se…?”. Per lo meno la qualificazione per la Champions League è ormai in cassaforte, obiettivo minimo di una stagione caratterizzata dal grigiore sia in termini di gioco che di risultati.

La bagarre per le posizioni di rincalzo è invece più aperta che mai. Aleggia il deciso sentore che si tratti più che altro di una gara per evitare il settimo posto, con annessa Conference League e trasferte nei campi dimenticati dei più remoti angoli d’Europa. Roma, Lazio, Fiorentina e Atalanta sono racchiuse in tre punti (da 58 a 55), e i recuperi non hanno aiutato le ultime due a risalire la china come sperato. A prescindere dalla brutta prova contro l’Inter, i Giallorossi sembrano i favoriti per strappare il quinto posto, tallonati dalla Lazio. La Viola, invece, ha subito due ko consecutivi che possono minare il morale del gruppo, che viaggiava sulle ali dell’entusiamo per via delle importanti vittorie nel recente passato. Per quanto riguarda la Dea, il peggio in termini di indisponibilità e crisi mentale sembra alle spalle, tuttavia la solidità delle scorse stagioni rimane lontana, soprattutto a livello difensivo.

Decisamente meno tensione si respira un gradino più sotto, occupato dal Verona con 49 punti. Esso guida il gruppo centrale, fatto di squadre che hanno agilmente centrato l’obiettivo salvezza, ma sembrano avere ancora voglia di divertire e divertirsi. Si tratta di Sassuolo (46), Torino (44), Udinese (43) e Bologna (42), sempre ostiche da affrontare anche per le compagini più blasonate.

Galleggia l’Empoli a 37 lunghezze, che dopo un’importante involuzione a inizio primavera è riuscito a strappare l’inaspettata vittoria sul Napoli, evitando così di rimanere invischiato in una lotta salvezza che non è mai sembrata dover essere un suo affare. Meno comodo, ma con ottime prospettive, è lo Spezia a 33 punti, che non sta avendo un grande rendimento negli ultimi tempi, ma si è sempre dimostrato cinico all’arrivo degli scontri diretti. A questo punto della stagione basterebbe fare bottino pieno in uno di essi.

Il plotone di chi cerca la salvezza è guidato dalla Sampdoria a 30 punti, che domenica affronterà i cugini del Genoa, penultimi a 25, in quello che si preannuncia uno dei derby della Lanterna più caldi degli ultimi anni. L’esito potrebbe sancire la discesa in B della più attardata, ma anche gettare nuovamente i Blucerchiati, che a un certo punto sembravano poter mantenere agilmente la categoria, nella zona calda. In tal caso il contraccolpo psicologico sarebbe notevole, anche alla luce della forma disastrosa espressa di recente (un punto in quattro partite).

A 28 punti si trova invece il Cagliari, a sua volta in crisi di gioco e di risultati dopo un inizio promettente del girone di ritorno, che domenica scorsa ha capitolato proprio nei confronti del Genoa. Gli uomini di Mazzarri devono tirare fuori la migliore qualità del loro allenatore e assestare un paio di tenaci colpi di coda, oppure il rischio di retrocedere diventerebbe più concreto che mai negli ultimi anni.

Incredibilmente, la Salernitana non è più né ultima né squadra cuscinetto del campionato. Ha invece ottenuto un grande rilancio dopo tre vittorie consecutive, che le permettono di condividere la diciottesima posizione con un Genoa poco spettacolare, ma in grado di raggranellare punti preziosi grazie a cinismo e personalità. Doti che, se ci fossero state fin dalle prime giornate insieme all’allenatore Blessin, difficilmente avrebbero portato al Grifone soltanto 25 punti.

A chiudere il gruppo è uno sconcertante Venezia, che è scivolato in un baratro senza via d’uscita. Involuto dal punto di vista del gioco e della personalità, sembra un’altra squadra rispetto a quella che aggrediva il campo qualche mese fa. Un peccato, alla luce delle buone cose mostrate soprattutto in inverno.

Questo aprile calcistico ha portato in dote un po’ di divertimento in più rispetto al mese precedente, qualche verdetto, alcuni epiloghi prevedibili, ma anche e soprattutto molta incertezza. L’Inter sembrava avere la vittoria in tasca, ma infilandoci le manone guantate del suo portiere di riserva non vi ha trovato nemmeno il celeberrimo pugno di mosche. E come lei quasi tutte le altre, appiattite sugli obiettivi minimi, oppure tese fino allo spasimo per scongiurare le conseguenze di classifica di errori evitabili e guizzi mancati.

Il racconto della stagione terminerà nel prossimo articolo, a cui vi do appuntamento con calore!

Sincerely yours,

Marco Ferreri

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