Prima della guerra una futura mamma felice, dal sorriso sognante, serena, senza paure…in attesa di abbracciare la propria creatura. Vestiti puliti e profumati, un tetto sopra la testa. La bellezza di una normalità senza eccessi.
Durante la guerra: un viso sfregiato, impaurito, terrorizzato. Il sogno più bello si trasforma improvvisamente nel più terribile degli incubi. Mettere al mondo una creatura senza vestiti, senza una casa in cui farla crescere, fra le bombe e le macerie. Senza più sogni e aspettative per il futuro.
Questo accade in guerra, questo è accaduto all’ospedale pediatrico di Mariupol. Chi prende di mira un ospedale pediatrico non ha più alibi. Non c’è nulla di umano in tutto questo, la guerra e la cosa più disumanizzante che esista al mondo.
Fonti di una giornalista vicina ai suoi famigliari annunciano che la donna ha partorito alle 22 del 10 marzo…perché la vita non si arresta, non si ferma mai.
di Alessandra Ferri