“Ho bisogno che tu abbia bisogno di me”: LOVE ADDICTION – DIPENDENZA AFFETTIVA
“Love addiction” dipendenza affettiva
Con il termine inglese ‘love addiction‘ si intende la dipendenza affettiva, la quale non è stata ancora classificata come patologia nei diversi sistemi diagnostici come il DSM IV.
La Dipendenza Affettiva fa parte delle cosiddette New Addiction, che con la pubblicazione del DSM 5, sono per la prima volta entrate a far parte della categoria denominata “Disturbi non correlati a sostanze” accanto ai “Disturbi correlati a sostanze”.
L’aspetto fondamentale, della dipendenza affettiva è che nel dipendente affettivo è sempre presente la paura, una caratteristica che precede sempre ogni forma dipendenza.
Si tratta di una paura schiacciante. Ovidio, poeta latino affermava: “non posso stare con te né con te.” Questo ci fa immediatamente rendere conto della immensa sofferenza che può arrivare a provare un dipendente affettivo.
La dipendenza affettiva si verifica in presenza di un attaccamento eccessivo e patologico nelle relazioni interpersonali. La persona che ne soffre letteralmente dipende da un’altra (di solito il partner, ma anche un genitore o in casi più rari un figlio) per mantenere il proprio equilibrio emotivo e psicologico. L’utilizzo del termine dipendenza non è una semplice analogia con la dipendenza chimica da una sostanza: esistono precise correlazioni cerebrali fra la dipendenza affettiva e la tossicodipendenza. Il tossicodipendente emotivo entra in un vero stato di collasso emotivo di fronte alla possibilità di perdere la persona amata.
I SINTOMI DELLA DIPENDENZA AFFETTIVA sono:
– paura di perdere l’amore;
– paura dell’abbandono;
– paura dell’isolamento e della distanza;
– paura di mostrarsi per che quello che si è;
– senso di colpa;
– senso di inferiorità nei confronti del partner;
– rancore e rabbia;
– coinvolgimento totale e vita sociale limitata;
– gelosia e possessività.
Pur non trattando nello specifico di dipendenza affettiva, nel DSM-IV-TR (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders) troviamo la voce: “Disturbo dipendente di personalità”. I criteri necessari per la diagnosi sono: Una situazione pervasiva ed eccessiva di necessità di essere accuditi, che determina comportamento sottomesso e dipendente e timore della separazione, che compare nella prima età adulta ed è presente in una varietà di contesti, come indicato da cinque (o più) dei seguenti elementi:
1. ha difficoltà a prendere le decisioni quotidiane senza richiedere una eccessiva quantità di consigli e rassicurazioni
2. ha bisogno che altri si assumano le responsabilità per la maggior parte dei settori della sua vita
3. ha difficoltà ad esprimere disaccordo verso gli altri per il timore di perdere supporto o approvazione.
Nota: Non includere timori realistici di punizioni
4. ha difficoltà ad iniziare progetti o a fare cose autonomamente (per una mancanza di fiducia nel proprio giudizio o nelle proprie capacità piuttosto che per mancanza di motivazione o di energia)
5. può giungere a qualsiasi cosa pur di ottenere accudimento e supporto da altri, fino al punto di offrirsi per compiti spiacevoli
6. si sente a disagio o indifeso quando è solo per timori esagerati di essere incapace di provvedere a se stesso
7. quando termina una relazione stretta, ricerca urgentemente un’altra relazione come fonte di accudimento e di supporto
8. si preoccupa in modo non realistico di essere lasciato a provvedere a se stesso
Chi è affetto da dipendenza affettiva, a causa della sua totale mancanza di autonomia, non riesce a vivere l’amore nella sua profondità e intimità.
La paura dell’abbandono, della separazione, della solitudine generano un costante stato di tensione. La presenza dell’altro non è più una libera scelta ma è vissuta come una questione di vita o di morte: senza un compagno/a non si ha la percezione di esistere. I propri bisogni e i desideri individuali vengono negati e annullati in una relazione simbiotica.
Una delle possibili cause della dipendenza affettiva affonda le sue radici nel rapporto sperimentato dal bambino coni genitori (in particolare con la madre) durante l’infanzia e con l’attaccamento. Con il termine “attaccamento” Bowlby fa riferimento ad un concetto di “vicinanza”, inteso sia in senso fisico che affettivo. Egli affermava che, al pari del bisogno biologico dell’alimentazione, il bisogno di essere amati è presente nell’individuo fin dalla nascita in maniera egualmente fondamentale: “l’ attaccamento è parte integrante del comportamento umano dalla culla alla tomba”.
“ Le coccole, i giochi, l’intimità del poppare attraverso le quali il bambino impara la piacevolezza del corpo di sua madre, i rituali dell’essere lavati e vestiti con i quali il bambino impara il valore di se stesso, attraverso l’orgoglio e la tenerezza della madre verso le sue piccole membra, queste sono le cose che mancano.”
I dipendenti affettivi hanno molto probabilmente vissuto nell’infanzia esperienze di deprivazione affettiva, maturando una concezione di sé tale da reputarsi non degni di essere amati o da credere che i loro bisogni non siano importanti.
La crescita copre la ferita, ma non la guarisce. Attraverso l’identificazione con il partner le persone dipendenti cercano di salvare loro stesse colmando le proprie lacune affettive.
Nella vita di coppia si ripropongono, più o meno inconsapevolmente, dinamiche e ruoli simili a quelli vissuti durante l’infanzia, dando vita così, ad un intrecciato circolo vizioso in cui si replicano antichi copioni, gli stessi che hanno compromesso la crescita personale; risulterà dunque particolarmente difficile sanare quell’esperienza traumatica e ricostruire un nuovo e funzionale sistema affettivo-relazionale. Se è venuto meno un adeguato rispecchiamento degli stati emotivi del bambino, se si è verificata una cattiva sincronizzazione tra le sue risposte e quelle del genitore, si strutturerà un immagine di sé negativa che, tenderà a confermarsi nelle relazioni sentimentali successive.
Come possiamo curare la Dipendenza Affettiva?
Modificando i legami di attaccamento insicuro e rielaborando le esperienze negative per permettere l’instaurarsi di legami significativi e soddisfacenti. Infine sviluppando l’assertività in modo che il dipendente affettivo possa pensare e manifestare i propri bisogni senza timore, paura e angoscia.
Dott.ssa Maria Santabarbara
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