Se un giorno ti dicessero che potresti, economicamente ed affettivamente parlando, mollare tutto e scappare in uno di quei luoghi da sogno, dove la temperatura non scende mai sotto i 18° o dove sconfinati spazi innevati, fanno da sfondo ad aurore boreali e slitte volanti di Babbo Natale, lo faresti?
Saresti in grado di lasciare casa, il lavoro, le tue abitudini e lo stadio per trasferirti in un luogo da vacanza?
E’, l’essere umano cresciuto con la mentalità che tutti noi conosciamo, questa mentalità che ci rende così orgogliosi di quello che possediamo, capace di tornare “vergine” ed adattarsi ad uno stile di vita completamente diverso, senza limiti, restrizioni, orari e regolamenti e, senza compromettere nel lungo periodo, il proprio stato di salute fisico-mentale?
Ora proviamo a ribaltare il quesito. Come sarebbe l’uomo se, durante il progresso economico e tecnico, avesse scelto un’altra direzione?
Siamo sicuri che, ripercorrendo la storia dall’inizio, la strada intrapresa sarebbe sempre la stessa che ci ha condotto fino a questo, odierno, risultato sociale?
Vorrei immaginare il periodo durante il quale l’essere umano ha preferito rinchiudersi in abitazioni, una attaccata all’altra, piuttosto che scegliere di abitare in contesti più spaziosi ed a contatto con la natura. Se l’evoluzione fosse avvenuta non in occidente ma, ad esempio, in Australia, oppure in Africa, l’uomo moderno sarebbe, in ogni caso, così come lo conosciamo oggi o sarebbe completamente diverso?
E quella piccola parte di popolazione, che preferirebbe vivere in contesti agglomeranti, come lo sono i palazzi e le città, verrebbe visto come “tecnologico” o arretrato, come consideriamo noi ora, dalle nostre comode poltrone, gli indigeni e gli aborigeni?
Probabilmente nessuno può rispondere a queste domande, ma ce n’è una in particolare che risuona, visti anche i tempi ed i dubbi sugli eventuali rischi di un’evoluzione dai risvolti postumani. Il giorno in cui capiremo che, il lavoro umano, non sarà più necessario, perché le macchine, i robot ed i computer, saranno in grado di sostituirci pienamente, vivremo la Terra come un grande villaggio vacanze, godendoci riposo, divertimento e cultura, oppure inventeremo nuovi metodi per continuare a lavorare costantemente, undici mesi su dodici?
Tutto ciò che, ad oggi, muove il singolo cittadino, che fa parte della comunità socializzata moderna, sembra essere l’abitudine allo stile di vita che ha avuto sino a questo momento. Sembra quasi che non importi a nessuno sapere che il denaro, per quanto importante, non si trova nelle miniere, non viene recuperato su meteoriti rari, non bisogna aspettare la bella stagione per ottenerne un po’. Il denaro è un’invenzione umana, viene fabbricato dall’uomo e, nei casi di scarsità, è sempre l’uomo che decide dove, quando e quanto farne circolare.
Ed è per il denaro che l’uomo si alza ogni mattina, utilizza buona parte della sua giornata, studia, lavora ed insegna al prossimo. Anche nei casi in cui questo denaro risulti abbondante o addirittura quasi in eccesso, il simpatico essere abitante questo mondo, continuerà ad andare a lavorare, stringere accordi, firmare fogli e concludere affari ogni giorno, come se ne dovesse accumulare sempre di più. Siamo sicuri che l’economia sulla quale si basa la nostra società, sia la giusta ed unica strada percorribile, per un futuro evolutivo che si adatti ad un’esistenza prosperosa su questo pianeta?
E, nel caso la risposta fosse un secco “no”, siamo in grado, ma soprattutto ancora in tempo, a deviare il percorso verso un futuro, non più alla ricerca dell’incessante crescita economica, ma diretto verso la crescita personale di ogni individuo, al fine di rendere maggiormente equilibrata la società da destinare alle generazioni future?
di Fabio Valerio
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