Due minorenni rapinano e abus*no un loro coetaneo e sua madre, riprendendo tutto sui social e chiedendo poi un toast alla vittima.
Un incubo durato cinque ore. Una situazione quasi surreale data dalla totale mancanza di contatto con la realtà dei vi*lentatori che stupiti dell’arresto si giustificano dicendo che “volevano solo divertirsi”.
Un 16enne e un 17enne fermano un 17enne a Roma, lo mincciano con un cltello alla gola, gli rubano 10 euro, lo vi*lentano più volte. Poi lo chiudono nel portabagagli della sua auto e lo obbligano a portarli a casa sua.
Là trovano la madre 50enne, vi*lentano anche lei, si fanno dare 250 euro e le chiedono di preparargli un toast.
Riprendono tutto col cellulare e pubblicano il video nelle storie di Facebook.
Alla fine obbligano il giovane 17enne a riaccompagnarli a casa, senza pensare che la madre avrebbe chiamato la polizia.
Rintracciata la loro posizione grazie al GPS del cellulare della vittima, i due vengono fermati dalla polizia alle 4 del mattino, e sono increduli, pare nemmeno si siano resi conto che ciò che hanno fatto fosse illegale, per loro era solo un gioco: “È sabato sera, volevamo divertirci“, dicono agli agenti mentre venivano ammanettati.
Sono ora accusati di st*pro, sequestro di persona ai danni di un minore, rapina aggravata.
Non solo questa vicenda è di una sopraffazione e crudeltà inaudita, ma la cosa che più fa rabbrividire è la totale mancanza di percezione della gravità di queste azioni.
Arrivare addirittura a pubblicare gli st*pri sui social, quasi a vantarsene.
L’inconsapevolezza della responsabilità di questi gesti, che li avrebbero portati all’arresto.
C’è da chiedersi: cosa fa arrivare a tutto questo?
Che tipo di educazione hanno ricevuto dai genitori, dalla scuola, ma anche dai riferimenti sociali, come televisione, social, ecc.
Come si fa a ritenere uno stupr* un semplice divertimento come tanti?
Non è il primo caso di ragazzini che vilentano ritenendo che sia una cosa quasi dovuta loro. E chissà quanti stpri avvengono, senza essere denunciati, magari perché la vittima troppo giovane si sente impaurita o in colpa, forse perché era ubriaca.
Solo una cosa è certa, bisogna fare il possibile per dare un insegnamento di rispetto, responsabilità ed educazione emotiva. Non si può tollerare una società così.
fonte: Ihaveavoice